Lettera a Donata


Ciao Donata, o meglio, ciao “Donatina mia”.
Ciao amica e sorella, madre e compagna di viaggio, testimone e faro che illumina il cammino.
Avevo 15 anni quando ti ho conosciuto, e tu ne avevi 7 più di me, sei diventata subito il mio punto di riferimento, la mia guida, il mio pungolo costante, la mia molla d’impegno e di servizio.
A te devo le scelte più importanti della mia vita, soprattutto quelle fatte col cuore e che mi hanno portato lontano in tutti i sensi. A te devo lo sviluppo della mia sensibilità sociale e l’amore per la Chiesa, il mio cammino di fede iniziato a Picanello a Catania e la mia passione per la Parola e le parole, l’attenzione agli ultimi e lo slancio missionario.
Tre quarti della mia vita l’ho condivisa con te: nel 1983 abbiamo iniziato a fare “vita comune” in una realtà ecclesiale a Catania e da allora non ci siamo mai più separate.
Presenza discreta, rispettosa e nascosta… tante volte da dietro le quinte hai tirato il freno perchè la mia corsa non finisse contro il muro di una scarsa progettualità esistenziale o contro la mia stessa passionalità.
Ferma, decisa, “donna tutta di un pezzo”, come si dice dalle nostre parte e come a volte tu stessa ti definivi, senza contraddizioni, anche se avevi scelto di seguire Colui che è “segno di contraddizione” in una vita consacrata vissuta con coerenza, genuinità e fedeltà e in una vita missionaria senza sconti, senza riserve e senza misure, in prima linea, in frontiera, tra gli ultimi.
Sei sempre stata una donna di gioia che hai portato e contagiato gioia ovunque tu sia stata, in qualsiasi ambiente, a ogni cuore.
Attenta, premurosa e materna: a te non sfugge nulla, neanche un minimo malessere, un turbamento, una smorfia del viso.
A volte sei spigolosa, e sì bisogna dirlo, pungente con le tue provocazioni, ma lo sei perchè sei vera e autentica e chi ti ha “incontrato” lo sa bene .
Fedele, sempre fedele, costi quel che costi! Una fedeltà attiva, creativa, colorata.
Hai chiesto il trasferimento dall’Università di Catania, dove insegnavi matematica, per poter andare a Napoli e vivere un’intensa esperienza pastorale, ecclesiale e missionaria.
Anni bellissimi per te e per me quelli vissuti nella parrocchia dove era parroco padre Filippo Strofaldi e in cui collaborava don Bruno Forte. Anni in cui l’entusiasmo si trasformava in impegno concreto da Torre Annunziata a Casoria, passando per Barra, San Giuseppe al Vesuvio, Portici, diversi quartieri di Napoli. Numerose le parrocchie con cui abbiamo collaborato. Tantissime le veglie di preghiera per giovani vissute nella Chiesetta alle Due Porte all’Arenella, molteplici le iniziative di volontariato, in particolare quelle organizzate al dormitorio pubblico.
Insegnavi con grande impegno e con grande passione vivevi l’impegno ecclesiale, eppure hai trovato il tempo di metterti in discussione e di ricominciare a studiare frequentando con sacrificio e impegno la Facoltà Teologica e conseguendo il Baccellerato. Poi hai deciso di frequentare un Master per specializzarti nelle “relazioni di aiuto”. Infaticabile nell’apprendere e nel voler conoscere, aperta al nuovo, sempre in movimento verso nuove conquiste.
Professoressa severa ma materna e disponibile come nessun altro: questo il profilo tratto dalle telefonate di questi giorni con i tuoi ex colleghi e i tuoi ex alunni, soprattutto con Michele oggi prete.
La scelta di entrare nell’Ordo Virginum di Aversa corona la tua scelta di consacrazione e fortifica la tua fedeltà. Le sorelle diventano parte della tua vita, in particolare Antonella con cui hai un rapporto fortissimo e sincero, ironico e simpatico. Il Vescovo, don Pasquale e tutti i sacerdoti di Aversa sono sempre più al centro delle tue preghiere quotidiane.
La scelta di andare in missione in Brasile a Iaçu in un Progetto che sembra coniato su tua misura “Tutto per un sorriso” è la gioia e la realizzazione dei tuoi ultimissimi anni.
E in Brasile ti rimetti ancora in gioco imparando il portoghese e frequentando corsi di formazione psicologica per aiutare i tuoi bambini e le tue donne della Favela di Iaçu… toccanti i messaggi dei tuoi insegnanti e dei tuoi colleghi di corso.
Ieri mattina eri in partenza per il tuo amato Brasile, alle 5 venivano a prenderti per andare in aeroporto e alle 4 eri in cucina a preparare la colazione per Patrizia, me e la piccola Vera, la tua nipotina adorata. Hai preparato il tutto come al solito, con amore e tenerezza rendendo la tavola un cuore.
Un cuore… ti è scoppiato il cuore carissima amica mia, così ha detto il medico del 118… tu sei tutto cuore, tutto amore, tutta disponibilità. Il tuo cuore è talmente dilatato che tutti e ciascuno trovano posto e nessuno si sente ospite o estraneo, ma “di casa” nel tuo affetto.
Sei sempre stata una madre innamorata della madre per eccellenza che è Maria di Nazareth da cui costantemente prendi esempio e da te invocata come Maria Madre del Cammino.
Proprio in questi ultimi mesi hai spronato tutti noi dell’Associazione “Tante mani per… uno sviluppo solidale” a riflettere sulla preghiera da te e me coniata il 27 giugno 2007, giorno della nostra consacrazione all’Ordo Virginum… e sì ti stavi preparando al grande cammino e quando hai sentito la Voce hai subito risposto e in 10 minuti il tuo tempo si è trasformato in eterno.
Io sono rimasta senza un’ala e tu voli libera nel cielo…
Ti abbraccio amica mia e da lassù continua a guardare e custodire con amore la mia vita.
Grazia